Arte

L’uomo che cammina è una serie di opere realizzate impiegando la FOTOGRAFIA MIOPE (tecnica inventata dall’autore), con l’uso della stessa lente negativa usata per correggere la miopia che affligge il fotografo: il risultato sono figure volutamente distorte, senza contorni, che si muovono in tempi e luoghi imprecisati. L’uomo che cammina è lo stesso fotografo, che per strada immortala sagome indistinte, indeterminate: le immagini esprimono il senso di smarrimento di chi è in cammino in una realtà incerta, senza punti di riferimento. Dall’esperienza derivata dalla catastrofe che ha colpito la sua città, dalla morte toccata con mano con il terremoto e dai lutti che lo hanno colpito in prima persona, il fotografo si spinge ad indagare nuovi spazi e contesti, che risultano però desolati. Non ci sono appigli: solo in qualche raro caso emergono punti di colore, veri e propri luoghi di ancoraggio grazie ai quali poter sperare di raggiungere una meta più sicura.